di Alessandra Petroselli
Agire. Agire senza più indugio per cambiare sistema produttivo e modello di consumo. Perché “la nostra casa sta bruciando” e così non si può più andare avanti. È questo il messaggio che i ricercatori lanciano da tempo per arginare l’emergenza climatica ma che purtroppo solo recentemente inizia ad essere recepito e considerato seriamente.
Infatti, dopo decenni di sostanziale indifferenza, al di fuori della comunità scientifica, verso il problema del riscaldamento globale, e in generale verso i temi riguardanti la sostenibilità ambientale (la prima convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici risale al 1992), nel corso dell’ultimo anno la consapevolezza della gravità della situazione e della necessità di mutare paradigma ha iniziato a farsi strada in un numero crescente di persone.
Complice, sicuramente, la grande copertura mediatica dedicata alla figura e alle iniziative dell’attivista svedese Greta Thunberg, che è riuscita a sensibilizzare e mobilitare un ampio pubblico sul tema dell’emergenza climatica, diventando un simbolo della lotta a un sistema economico fallimentare perché insostenibile.

Nonostante ciò, la risposta di governi e aziende è ancora lenta e insufficiente. Per questo è tanto più importante promuovere il cambiamento dal basso e fare massa critica.
Prendere consapevolezza che le risorse non sono infinite, e non c’è un pianeta B su cui trasferirci una volta sfruttato e reso invivibile quello su cui ci troviamo, ci impone di abbandonare quelle abitudini di consumo basate sullo spreco e sulla cultura dell’usa e getta; ci obbliga a uscire da quella bolla di distrazione in cui il consumismo ci ha rinchiuso con l’illusione della crescita infinita e senza conseguenze.
Ecco allora che abbiamo pensato a 21 azioni, una per ogni lettera dell’alfabeto, da mettere in pratica quotidianamente per cambiare modo di pensare e adottare uno stile di vita più consapevole e sostenibile.
Aggiustare. Storditi dall’abbondanza di offerte e dalla velocità con cui il mercato ci propone articoli sempre rinnovati (non solo nel settore tecnologico ma anche in quello della moda) spesso quando qualcosa si rompe, si deteriora o non funziona più bene come prima non pensiamo neanche alla possibilità di ripararlo ma lo gettiamo via per sostituirlo con un prodotto nuovo. Ripensare questa abitudine ci permetterebbe non solo di sottrarre tanti oggetti a un prematuro destino di rifiuti ma incentiverebbe anche l’economia artigiana.
Bere. Indispensabile per vivere ma incredibilmente inquinante a causa di una delle pratiche più insostenibili a livello ambientale: il consumo di acqua in bottiglia. L’Italia è al primo posto in Europa e al secondo nel mondo per consumo di acqua minerale in bottiglia, con il risultato che ogni anno milioni di tonnellate di bottiglie di plastica finiscono nel ciclo di rifiuti e vengono disperse in mare e nell’ambiente. Un danno ecologico a cui si devono sommare le emissioni di CO2 dovute al processo di produzione e trasporto delle acque in bottiglia. Bere acqua del rubinetto e portarsi una bottiglietta di vetro o acciaio, utilizzabile infinite volte, da riempire quando si è fuori casa ridurrebbe notevolmente l’inquinamento da plastica.

Cercare. Le soluzioni alternative a tanti comportamenti basati sullo spreco esistono già, basta solo cercarle, sperimentarle e farle diventare routine. I gruppi Zero Waste sono attivissimi su internet e i social e sono una miniera d’oro di informazioni e consigli a portata di click. Provare per credere!
Differenziare. Ridurre i rifiuti è un obiettivo fondamentale ma altrettanto importante è separare in modo corretto e conferire in base alla tipologia quelli prodotti, così che le materie prime possano essere trattate con il sistema di smaltimento/recupero più idoneo. La maggior parte delle aziende indica ormai sulle confezioni il relativo materiale e come va conferirlo, ma in caso di dubbio è sempre meglio consultare le linee guida dell’azienda che gestisce il sistema di raccolta rifiuti del proprio comune.
Educare. Il rispetto per l’ambiente da cui traiamo le risorse per vivere è prima di tutto una questione di educazione e il modo migliore per trasmetterla e diffonderla sono i nostri gesti quotidiani.
Fare (la differenza). Pensare di cambiare un sistema può sembrare utopistico, in realtà ognuno di noi ha la possibilità concreta di fare la differenza e di coinvolgere chi ci sta intorno, creando un movimento sempre più grande.
Guadagnare. Abbracciare uno stile di vita sostenibile porta un doppio guadagno: economico, perché produrre meno rifiuti vuol dire anche spendere meno, ma soprattutto in termini di vivibilità per la migliore qualità della vita.
Hurry up. In mancanza di verbi italiani che iniziano per “h”, un prestito dall’inglese per ribadire il concetto: sbrighiamoci!
Iniziare. Cambiare drasticamente abitudini di consumo può non essere facile e immediato, ma la cosa importante è iniziare. Anche le rivoluzioni partono da piccoli gesti e qualsiasi passo in avanti verso una maggiore sostenibilità è un grande traguardo!
Limitare. Pensare di rivoluzionare da un momento all’altro le routine quotidiane sarebbe irrealistico e potrebbe stancare, innescando così una reazione controproducente. Avanzare invece per gradi, iniziando dal limitare certi acquisti o comportamenti, permette di avere un approccio più morbido e consequenziale.

Mangiare. Ciò che mangiamo ha effetti sulla salute ma anche un enorme impatto ambientale. Secondo il rapporto 2019 dell’IPCC Cambiamento climatico e territorio, agricoltura e allevamento intensivi sono responsabili del 23% delle emissioni di gas serra prodotte dall’attività umana. Al cibo che consumiamo è poi legata una grossa quantità di rifiuti dovuta alla conservazione e al packaging: vaschette di plastica e polistirolo per frutta, verdura e carne, confezioni di merendine e biscotti, contenitori del cibo da asporto, per non parlare delle stoviglie di plastica usa e getta come piatti, bicchieri, cannucce, posate… Fare attenzione quando si fa la spesa o si organizza una cena tra amici è indispensabile.
Necessitare. Di cosa abbiamo bisogno veramente? È questa la prima domanda da porci per capire di quali prodotti possiamo fare a meno così da iniziare a ridurre la quantità di rifiuti che produciamo.
Organizzarsi. Tutti i cambiamenti richiedono un po’ di organizzazione iniziale. Una volta fatto ciò, tutto diventa più semplice e immediato!
Partecipare. Da Puliamo il Mondo, a WWF YOUng, passando per i gruppi locali Zero Waste e i Fridays for Future, iniziative, progetti e gruppi votati alla sensibilizzazione verso la difesa dell’ambiente sono numerosi. Parteciparvi e sostenerli è un modo concreto per dare un contributo e far sentire la nostra voce.
Quantificare. Numeri e immagini spesso parlano con più forza delle parole. Lo dimostra perfettamente il progetto 365 unpacked del fotografo francese Antoine Repessé che per 4 anni ha smesso di buttare via i suoi rifiuti riciclabili per mostrarne l’enorme quantità che ciascuno di noi produce: 1.600 bottiglie di latte, 4.800 rotoli di carta igienica, 800 chili di giornali, 5.000 pacchetti di sigarette e così via per un totale di 70 metri cubi di spazzatura.
Regalare. Ciò che a noi non serve più potrebbe fare comodo ad altri. Prima di gettare via elettrodomestici, giocattoli,mobilio qualsiasi altro oggetto diventato superfluo o ingombrante possiamo quindi provare a regalarlo, rivolgendoci ad amici e conoscenti o ai gruppi Te lo regalo se vieni a prenderlo.

Scegliere. È un’attività che compiamo centinaia di volte al giorno, su questioni serie come sulle cose banali. Abbiamo potere di scelta su quasi tutto. Ricordiamoci di esercitarlo in modo consapevole e responsabile!
Trainare. Come sa bene chiunque lavori nel marketing, nulla funziona meglio del passaparola! Condividere con amici e parenti il nostro percorso di sostenibilità sarà un ottimo modo per sensibilizzarli e portarli sulla strada giusta.
Usare. Ridurre o eliminare l’usa e getta a favore di prodotti utilizzabili più e più volte è sicuramente una delle strategie per ridurre i rifiuti e anche uno dei principi dell’economia circolare.
Votare. Il diritto di voto lo esercitiamo non solo in occasione delle elezioni ma con ogni scelta di acquisto che facciamo. Prediligere prodotti e servizi di aziende che mettono al centro della loro attività la responsabilità sociale e il rispetto per l’ambiente vuol dire esprimere una preferenza che testimonia la nostra richiesta di un futuro migliore.
Zero Waste. Ecco la nostra meta, il punto di arrivo di questo percorso che ha l’obiettivo di diminuire l’impronta ambientale che lasciamo sul pianeta, aumentando contemporaneamente il benessere e la qualità della nostra vita!
0 commenti