di Alessandra Petroselli
Oggi 24 gennaio ricorre il secondo anniversario della Giornata Internazionale dell’Educazione, istituita dalle Nazioni Unite con la risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 3 dicembre 2018 che riconosce il ruolo chiave dell’istruzione per la costruzione di una società sostenibile, inclusiva, pacifica e resiliente.
L’istruzione infatti, oltre ad essere un diritto fondamentale riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, è ciò che ci permette di relazionarci con la società, di essere cittadini informati, consapevoli e responsabili; è il presupposto che ci mette nelle condizioni di esercitare tutti gli altri diritti così da migliorare la nostra qualità di vita.
Sul nostro blog abbiamo deciso di celebrarla soffermandoci in particolare sull’importanza di politiche educative a salvaguardia dell’ambiente, e vogliamo partire da queste parole:
“Formare una popolazione mondiale cosciente e preoccupata dell’ambiente e dei problemi connessi, una popolazione che possieda le conoscenze, le competenze, lo stato d’animo, le motivazioni e il senso del dovere che le permettano di operare individualmente e collettivamente alla soluzione dei problemi attuali e di impedire che se ne creino di nuovi.”

Questo è lo scopo dell’educazione ambientale dichiarato nella Carta di Belgrado, il documento pubblicato il 22 ottobre 1975 al termine del Seminario Internazionale sull’Educazione Ambientale, convocato dall’UNESCO e dall’UNEP nell’allora capitale jugoslava.
Dal 13 al 22 ottobre, le due agenzie ONU, dedicate rispettivamente all’educazione, la scienza e la cultura e all’ambiente, riunirono per la prima volta un gruppo internazionale di esperti, circa 120 ambientalisti ed educatori provenienti da 65 paesi di ogni continente, con l’obiettivo di tracciare uno schema mondiale che stabilisse i concetti chiave, gli scopi e i principi guida per l’attuazione di progetti di educazione ambientale.
La Carta si rifà alla Dichiarazione delle Nazioni Unite alla Conferenza di Stoccolma del 1972 a favore di un nuovo ordinamento economico, basato su una concezione della crescita “che prenda in considerazione la soddisfazione dei fabbisogni e delle aspirazioni di tutti i cittadini indistintamente, nonché il pluralismo della società, l’equilibrio e l’armonia tra l’uomo e l’ambiente” e individua l’educazione quale strumento indispensabile per la costruzione di una nuova etica universale, “un’etica degli individui e delle società corrispondente al posto dell’uomo nella biosfera; un’etica che riconosca e risenta profondamente i rapporti complessi, ed in continua evoluzione, dell’uomo con il suo simile e con la natura.”

A 45 anni di distanza queste parole risuonano ancora più urgenti. I disastri ambientali con cui ci troviamo a convivere (inquinamento degli oceani, riscaldamento globale, effetto serra, perdita della biodiversità…) dimostrano quanto sia impellente la necessità di una sostanziale alfabetizzazione ecologica, per sensibilizzare gli individui sulle loro responsabilità nei confronti dell’ecosistema e insegnare loro a prendersene cura.
Diversi stati stanno iniziando a introdurre nei programmi scolastici corsi di formazione per far comprendere agli studenti i problemi legati all’emergenza del cambiamento climatico e dare loro gli strumenti per trasformare le conoscenze in azioni positive per la protezione dell’ambiente.
A questo proposito, dal 2018 l’UNITAR, l’Istituto delle Nazioni Unite per la Formazione e la Ricerca, ha lanciato il progetto eduCCate Global, un piano dedicato a formare gli insegnanti sui cambiamenti climatici, così da fornire ad ogni scuola del mondo personale docente qualificato in materia.
Ad oggi il programma conta più di 225mila insegnanti accreditati in oltre 40 paesi, tra cui l’Italia, e rappresenta sicuramente un’iniziativa da incoraggiare e diffondere quanto più possibile.

Dobbiamo però ricordarci che l’educazione non si ferma ai banchi di scuola e non può essere demandata esclusivamente alle istituzioni: è un processo che spetta a ognuno di noi continuare per tutta la vita.
Oggi, grazie alle risorse e alle informazioni a cui facilmente possiamo accedere, ciascuno di noi ha il dovere di istruirsi per migliorare il proprio stile di vita nell’ottica della sostenibilità ambientale e di mobilitarsi per costruire una società che rispetti il pianeta e tutti i suoi abitanti.
“È assolutamente vitale che tutti gli uomini lottino affinché vengano prese misure a favore di un sistema di crescita economica che non abbia ripercussioni nefaste sulle popolazioni e che non rechi alcun danno al loro territorio e alle loro condizioni di vita.
Bisogna trovare il modo di garantire che nessuna nazione cresca e si sviluppi a spese di altre, che nessun individuo aumenti il suo consumo a spese di altri individui. Le risorse della Terra dovrebbero essere valorizzate in modo da giovare all’umanità intera e in modo da fornire il potenziale che permetterà di migliorare la qualità della vita di ciascuno.”
L’educazione rappresenta il miglior investimento per crescere cittadini informati e consapevoli, capaci di agire e battersi per ottenere politiche che garantiscano un futuro sostenibile senza lasciare nessuno indietro.
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